lino

Il lino, della famiglia delle Linacee, è una pianta erbacea annuale che cresce con facilità in regioni a clima temperato.

La migliore produzione di fibra tessile si ottiene nei paesi freddi: la Russia, i Paesi Bassi, nord della Francia e la Romania sono tra i primi produttori mondiali.  La pianta è alta tra i 30 ed i 60cm, i fiori sono grandi, di colore azzurro-cielo con 5 petali e 5 stami gialli.

La fibra di Lino è composta per circa il 70% da cellulosa ed è una delle fibre liberiane più conosciute ed utilizzate sin dall’antichità.

La fibra del lino è contenuta nella parte interna della corteccia chiamata comunemente tiglio. Per ricavarla gli steli, essiccati, si mettono a macerare per qualche giorno in bacini d’acqua oppure, con metodo più rapido, si sottopongono all’azione del vapore acqueo o di speciali batteri: le sostanze che legano tra loro le fibre si decompongono e si dissolvono, liberando così le fibre. Gli steli vengono poi fatti essiccare, quindi sottoposti alla maciullatura per mezzo di martelli detti gràmole, azionati a mano o meccanicamente che schiacciano e frantumano la parte legnosa. L’operazione successiva è la scotolatura che consiste nell’asportare i frantumi legnosi e separare le fibre. L’insieme di tutte queste operazioni viene chiamato stigliatura. Si arriva pertanto al lino grezzo che viene sottoposto alla pettinatura per separare le fibre lunghe dalle fibre corte.
Il numero di fibre presenti nella corteccia di una singola pianta può variare da 20 a 50.

La fibra ha un aspetto lucido e si presenta con una mano fredda e scivolosa. La finezza delle fibre si aggira dai 20 ai 30 micron e presenta una sezione poligonale. In presenza di umidità questa fibra la assorbe, rigonfiandosi moderatamente. Come nessun altra fibra, quella di lino ha una struttura capace disperdere la temperatura. Perfetto è il tessuto se indossato per i climi caldi umidi.

le altre fibre